ACQUATICITÀ
Proporre ai bambini attività in piscina serve a mantenere l’affinità prenatale con l’elemento acquatico.
A cosa serve portare i bambini in piscina da piccoli?
Proporre ai bambini attività in piscina serve a mantenere l’affinità prenatale con l’elemento acquatico. Le attività proposte ai neonati e ai bambini fino a 5 anni non sono certamente finalizzate ad imparare la tecnica del nuoto, ma piuttosto una modalità per familiarizzare con l’acqua e accompagnare lo sviluppo psicomotorio del bambino.
Interagendo con un ambiente acquatico il bambino impara a far fronte a situazioni nuove sia dal punto di vista sensoriale sia dal punto di vista emotivo, scopre nuove possibilità di movimento e rinforza l’apparato muscolo scheletrico, impara a controllare la respirazione, aumenta la fiducia nelle sue capacità e la sua autonomia, e fa tutto questo divertendosi, perchè impara giocando.
A che età si può iniziare l’attività in acqua?
È consigliabile attendere i 4-5 mesi, in modo che il bambino abbia acquisito un buon controllo del capo.
Nei mesi che precedono, per prepararlo all’ambiente piscina è opportuno iniziare a farlo familiarizzare con l’acqua al momento del bagnetto, con schizzi e giochi che galleggiano.
Come si svolge l’attività in acqua?
I bambini molto piccoli entrano in vasca con un genitore, che sotto la guida dell’istruttore impara a tenerli e ad utilizzare le prese giuste. Iniziano le prime esperienze di gioco per la conoscenza dell’acqua e la sperimentazione del nuovo ambiente.
Progressivamente i bambini acquisiscono un livello di autonomia che permette loro, ai 3 anni, di entrare in vasca senza il genitore, e di eseguire un gioco guidato dall’istruttore, con richieste adatte al livello raggiunto. Si lavora in gruppi, e se risulta evidente che ci sono dei livelli molto diversi, si creano sottogruppi di bambini pari livello, in modo che tutti possano progredire con serenità.
Fino ai 5 anni lo scopo delle attività in acqua non è imparare la tecnica del nuoto, ma imparare, divertendosi, a muoversi nell’acqua.
L’attività in piscina presenta rischi per la salute del bambino?
Le piscine che propongono l’attività in acqua con bambini piccoli hanno una vasca con temperatura dell’acqua intorno ai 32°C, in modo da limitare i cambiamenti di temperatura.
Se non ci sono obiezioni da parte del pediatra, che necessariamente deve rilasciare un certificato medico di idoneità, l’attività in piscina non presenta rischi particolari per la salute.
In caso di tosse lieve e raffreddamento, l’attività si può proseguire, perchè l’ambiente umido favorisce l’idratazione delle vie aeree e agevola la respirazione. In caso di infiammazione all’orecchio invece è meglio sospendere l’attività fino alla guarigione.
Ci sono accorgimenti e/o precauzioni particolari da prendere?
È consigliabile vestire i bambini a strati: appena entrati nella struttura si toglie il più pesante, e nello spogliatoio si tolgono via via gli strati successivi fino a rimanere in costume.
I bambini più piccoli, in età da pannolino, devono utilizzare pannolini indossabili in acqua e costumi impermeabili da indossare sopra al pannolino stesso. Ovviamente occorre ricordare il pannolino asciutto per il cambio a fine attività.
Consigliabile utilizzare due accappatoi col cappuccio per i bambini: uno per asciugarli appena usciti dalla piscina, e uno per asciugarli dopo la doccia.
Molto importante infine assicurarsi di fare un’asciugatura accurata delle orecchie, anche all’interno del cono. E nelle giornate fredde, coprire bene le orecchie con un berretto, per evitare spiacevoli conseguenze.